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Mal di schiena in ufficio: benefici dei cambiamenti posturali. I dati di uno studio

Indagata la relazione tra cambio di postura e riduzione del dolore

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Mal di schiena in ufficio: benefici dei cambiamenti posturali. I dati di uno studio

Mal di schiena in ufficio: benefici dei cambiamenti posturali. I dati di uno studio. I disturbi muscoloscheletrici, soprattutto al collo e alla parte bassa della schiena, rappresentano un serio problema per chi lavora in ufficio, e contribuiscono notevolmente ad assenza dal lavoro, invalidità e richieste di risarcimento.

Le attività principali degli impiegati d’ufficio comportano lunghe ore di lavoro da trascorrere seduti, che provocano tensioni muscolari e affaticamento. Questo stile di vita sedentario può generare disagi di carattere muscoloscheletrico. Ricerche indicano che il disagio percepito da chi svolge lavori sedentari è sovente correlato a disturbi muscoloscheletrici, come il dolore al collo e alla schiena. Cambiare postura durante la seduta è considerato un modo naturale per ridurre il disagio e alleviare la pressione sulla colonna vertebrale. La seduta dinamica, con movimenti alternati dei muscoli del tronco, può ridurre il carico sulla colonna vertebrale e migliorare il flusso sanguigno.

Alcuni studi mostrano che la frequenza dei cambiamenti posturali durante la seduta varia da persona a persona, e che gli individui lamentanti dolore alla schiena hanno spesso uno comportamento sedentario. Un recente studio, ha coinvolto giovani impiegati d’ufficio in buona salute, ipotizzando che un aumento della frequenza nei cambiamenti posturali mentre si è seduti possa ridurre il disagio percepito.

Mal di schiena in ufficio: benefici dei cambiamenti posturali. I dati di uno studio

Scopo dello studio era quello di valutare gli effetti della frequenza di cambiamento posturale sul disagio muscoloscheletrico percepito durante un’ora di seduta in lavoratori d’ufficio in salute. Lo studio ha coinvolto 60 lavoratori d’ufficio in buona salute, chiamati a sedersi per un’ora, al fine di confrontare gli effetti di tre diverse frequenze di cambiamento posturale. Le frequenze di cambiamento posturale testate sono state 10, 20 e 30 volte all’ora. Il disagio percepito è stato valutato utilizzando la scala CR-10 di Borg. Per valutare e registrare il cambiamento di postura è stato utilizzato uno specifico tappetino di pressione posizionato sul sedile.

I risultati

La frequenza di cambiamento posturale da 10 a 30 volte all’ora ha avuto effetti significativi sul disagio percepito a livello di collo, spalle, schiena superiore e inferiore durante un’ora di seduta. Per quanto riguarda collo e spalle, una frequenza di cambiamento posturale di 30 volte all’ora ha significativamente ridotto il disagio percepito rispetto a una frequenza di 10 volte all’ora durante un’ora di seduta. Per la schiena superiore e inferiore, una frequenza di cambiamento posturale da 20 a 30 volte all’ora ha significativamente ridotto il disagio percepito rispetto a una frequenza di 10 volte all’ora.

I cambiamenti posturali a una frequenza di 30 volte all’ora hanno fornito effetti ammortizzanti sul disagio muscoloscheletrico percepito a livello di collo, spalle, schiena superiore e inferiore. Il link allo studio è qui.

 

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